TEST CIaoCIao
Il gioco della Terra
Alberto Quattrini
presentazione della Personale al Palazzo Comunale di La Rufina (FI)
1993
Vito Giarrizzo,, vive e lavora a Firenze di professione è architetto.
I suoi studi e la sua professione l’hanno portato, per più di trenta anni, attraverso varie esperienze italiane e nell’America Latina segnando la sua vocazione di pittore.
Non è noto al grande pubblico perché la ricerca dei contenuti, la vena filosofica e ideale l’ha condotto a un’arte complessa e non compiaciuta di facili virtuosismi. Media una natura “mediterranea“ del sentire con una profonda tensione spirituale verso i grandi temi della vita. S’interroga sulla natura della mente come fucina d’immagini e fonte d’ispirazione.
Il Pittore e l’Ispirazione sono uno dei motivi che ricorre nelle sue opere, il pittore che si toglie ogni maschera e diventando se stesso comincia a vedere “cose nuove e inaspettate”. Affronta anche la tensione dell’Uomo che divora il Se nella ricerca, che gira a vuoto e non trova, che percorre la vita senza “vedere“, che proietta le sue creazioni come oggetti spaziali inquietanti, relitti che galleggiano in uno spazio senza tempo, un accumulo che rompe la purezza primordiale dei ritmi originari. C’è una spirale terrestre, fucina di vita e una spirale celeste che richiama verso l’alto, verso l’origine cosmica della Vita. È notevole la sfaccettatura dei piani prospettici, la dinamica delle profondità e il racconto attraverso punti di vista inverosimili di ciò che in realtà accade nella profondità dell’anima, nei sogni. La composizione e i colori sono organici alle idee che vogliono raccontare e vanno lette in questa chiave. Il volo, la mente che si libra libera nello spazio e nel tempo, regola le immagini. Il pittore che galleggia nell’aria, la marina che sfonda il primo piano, il davanti che diviene dietro con l’ambiguo gioco prospettico, le teste galleggianti e capovolte, forma il panorama simbolico di forze interiori. Davanti alla tela bianca, senza un disegno prefigurato, senza un tema stabilito in partenza e oggettivato, alla ricerca di ciò che ancora non ha esistenza condotto dal filo interiore dei pensieri, delle passioni, delle speranze e delle attese interrogando il futuro che solo il pensiero può creare. Davanti al magma degli avvenimenti, al caos sociale, alla confusione delle identità e dei ruoli, il pittore s’interroga e vede, tra le nebbie, lo spiraglio; vede nascere dal Caos un nuovo mondo, vita e morte che si generano a vicenda. È l’inizio del nuovo Millennio.
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